Innovarsi o estinguersi?

Innovarsi o estinguersi?

Si sente spesso parlare del dibattito tra innovarsi o estinguersi. Ma, nello specifico, che cos’è l’innovazione?

Vediamo insieme alcuni spunti e perché è importante capire l’innovazione per coltivarla.

“Generalmente quando si parla di innovazione si pensa all’innovazione tecnologica. Per noi di ExWorksMilan è fondamentale perché stiamo portando avanti un progetto rivoluzionario. L’innovazione, però, fa anche leva sulle risorse dell’azienda, sui nuovi modi di organizzare il lavoro e i processi aziendali, e sul cambiamento di mindset. Questo perché se si è resistenti al cambiamento non si farà e non si offrirà mai innovazione. L’innovazione tecnologica, infatti, da sola non sarà sufficiente a mantenere un vantaggio competitivo a lungo termine. Per questo motivo, quindi, è fondamentale sfruttare anche i tipi di innovazioni non tecniche (nell’innovazione organizzativa, nel posto di lavoro, nella strategia di marketing o nei modelli di business)”.

Questo è il pensiero di Silvia Calciolari, Founder di ExWorksMilan. Per lei innovare ha significato cambiare il paradigma, aver avuto il coraggio di mettersi in gioco per un sogno, per godere della libertà di fare delle proprie idee un Credo e per portare un cambiamento innovativo nel mondo dell’hospitality.

Per essere in linea con il progresso, che adesso è diventato esponenziale, dobbiamo innovarci.

Si stima che l’intelligenza artificiale, nel 2023, sarà uguale a quella dell’essere umano. Nel 2045 sarà così evoluta da essere uguale a tutte le intelligenze umane sulla terra. Cosa vuol dire questo per le aziende (e per gli alberghi)? La risposta è immediata. Se un’azienda o un albergo non si innoveranno, si estingueranno.

Facciamo un esempio. Sicuramente tutti noi in passato abbiamo avuto un cellulare. Che fine hanno fatto, oggi, le aziende che producevano cellulari? Sono sparite. Perché? Perché non si sono innovate e non si sono volute assumere un rischio.

Si stima che tra 10 anni il 40% delle prime 500 aziende al mondo listate dall’indice americano Standard & Poor non esisteranno più. Se andiamo a vedere nella storia, di quelle che erano presenti nella lista delle prime 500 aziende stilate dalla rivista americana Fortune, nel 2017 sono rimaste solo il 12%.

Dopo aver letto questi dati è naturale domandarsi cosa succederà in futuro.

Pare che molte professioni non esisteranno più perché verranno sostituite dall’intelligenza artificiale. Il tempo di dimezzamento delle competenze professionali di una persona nel 1984, ad esempio, era di 30 anni, oggi è di 5 anni. Le materie tecnologiche o scientifiche che gli studenti studenti oggi a scuola o all’università sono già obsolete.

Quindi, cosa bisogna fare? Il premio Nobel Muhammad Yunus, economista e banchiere, ritiene che tutti noi siamo nati come imprenditori poiché vivevamo nelle caverne e dovevamo procacciare cibo sia per noi stessi che per gli animali. Tutto questo poi è andato perso perché la civilizzazione e il processo ci hanno portato a verticalizzarci e a ripetere sempre le stesse attività senza evoluzione.

Seguendo il pensiero di Yunus e di altri esperti:

“Bisogna trovare l’istinto primordiale dentro di noi” cit. The Start-Up of You

Dal momento che, in futuro, la specializzazione non sarà più premiata, bisognerà essere sempre work in progress. Bisognerà crearsi una cultura continua e, soprattutto, cercare di fare un lavoro che coniughi la passione con l’esigenza del mercato. Bisogna correre dei rischi misurati, bisogna avere coraggio.

Non è necessario avere nessun tipo di conoscenza e di cultura dell’innovazione. Quello che è necessario fare, però, è prendere un foglio bianco e attingere alle conoscenze che si hanno o crearsi le conoscenze che non si hanno, studiando o avvalendosi di professionisti che ti possano guidare e accompagnare in un percorso di crescita.

Innovazione è quindi sinonimo di crescita e di successo. L’innovazione ha, infatti, il vantaggio di essere sia un processo, che un risultato:

  • processo, perché ha un impatto sugli stakeholder interni di un’azienda, indirizza gli utenti finali e risponde in modo esclusivo;
  • risultato, perché proietta nuove soluzioni e ottimi risultati.

La gestione dell’innovazione nell’ospitalità è uno degli argomenti più salienti nel mondo alberghiero, nel turismo e nella gestione dei viaggi, sia a livello accademico che professionale.

È stato notato come molti albergatori nutrono interesse nei confronti delle innovazioni e siano entusiasti di accertare come le innovazioni tecnologiche e queste cosiddette “innovazioni non tecnologiche” contribuiscano a nuovi e redditizi flussi di entrate e ad attribuire un vantaggio competitivo a chi ne fa uso.

Pochissimi studi accademici hanno aiutato gli hotel a comprendere meglio lo stato attuale delle strategie di innovazione dell’ospitalità e a valutare in che modo innovazioni complesse influiscono sull’utilità complessiva dell’azienda.

Cerchiamo di capire quali sono i diversi tipi di innovazione e i componenti di essa. L’innovazione può essere:

  • tecnologica;
  • non tecnologica,
  • delle “nuove pratiche”.
Innovazione tecnologica

Nell’ospitalità esiste una relazione chiara tra la strategia generale di innovazione e l’innovazione tecnologica.

Differenze particolarmente positive e statisticamente significative includono: ROI, fidelizzazione complessiva dei clienti, crescita delle vendite e occupazione media dei letti. Inoltre, nell’innovazione tecnologica rientrano anche l’innovazione:

  • dei prodotti/servizi, che nell’ospitalità si traduce in un modo nuovo di fidelizzare il cliente/ospite;
  • del processo, ossia un nuovo metodo di produzione.
Innovazione non tecnologica

La cosiddetta innovazione “non tecnologica” comprende due direzioni: innovazione organizzativa e innovazione manageriale.

L’innovazione organizzativa è concepita come un nuovo metodo nelle pratiche commerciali, nella strategia di marketing o nel modello di business di un hotel. I suoi obiettivi sono:

  • l’ottimizzazione delle prestazioni di un hotel;
  • la riduzione dei costi amministrativi e di transazione;
  • l’incremento della soddisfazione sul posto di lavoro.

L’innovazione manageriale consiste in tutte le operazioni e le procedure attraverso cui l’impresa organizza le proprie attività (es. Risorse Umane, flussi informativi…).

Innovazione nelle “nuove pratiche”

Infine, è opportuno parlare dell’innovazione delle “nuove pratiche”.

Sebbene la sostenibilità e l’innovazione aperta non facciano parte della strategia di innovazione di molte aziende alberghiere, sempre più frequentemente, le aziende, nell’ambito dell’ospitalità, si stanno dirigendo verso questi nuovi elementi. Essi permettono di ridisegnare l’esperienza del consumatore e di sviluppare ampie reti di relazioni per migliorare le performance aziendali.

ExWorksMilan – Innovation in Hospitality è una forza di cambiamento innovativa e non convenzionale nel settore alberghiero. Crede fermamente nell’innovazione e propone soluzioni, anche tecnologiche, a supporto dei processi di Change Management e si avvale dell’utilizzo di Big Data al fine di aumentare marginalità e giro di affari.

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